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domenica 8 gennaio 2012

COSI' COMINCIA IL NUOVO ANNO....MARITO AI FORNELLI

Lo so l'abbiamo già sentito un miliardo di volte, ma questa volta ANNO NUOVO, VITA NUOVA forse un senso per noi dovrebbe avercelo davvero.

Sarà l'anno del trasloco sulla nuova casa, sarà di conseguenza (deve essere così) l'anno del tempo per noi.
Non dovranno più esserci le corse per andare in cantiere a finire i lavori, i salti mortali e i sensi di colpa per lasciare le Tituzze con la nonna.
Sarà l'anno delle gite, delle passeggiate, dei pomeriggi al parco e del gelato in centro.
Sarà l'anno che potremmo ancora toglierci qualche sfizio senza aver paura di non far quadrare i conti....



E sarà l'anno del marito in cucina??? Bhè dal momento che il 2 gennaio mi ha praticamente tolto di mano le costicine di maiale che stavo preparando direi che tutto lascia ben sperare. Premessa d'obbligo: il maritino non ha praticamente mai cucinato in vita sua (escludendo la difficile arte di mettere a bollire l'acqua per la pasta, o l'ottima manovalanza che mi offre in caso di necessità a stendere pizza, decorare torte ecc.)

La ricetta, neanche a dirlo, arriva dritta dritta dalla suocera, ed è una riccetta tipica di queste zone:
LE COSTETE COL SCOT (.......il scot'è un sugo fatto con la polenta)

costicine di maiale
pepe
sale
salvia e rosmarino
vino bianco
1 cipolla
Far rosolare le costicine in una capiente pentola antiaderente senza alcun condimento.
regolare di sale e pepe.
Aggiungere rosmarino e salvia e 1 cipolla affettata non troppo sottilmente.
Bagnare con il vino bianco e far cuocer per circa 1 ora.
A questo punto si stempra con un pò di acqua tiepida della farina da polenta.(1 pugno di farina con una tazza di acqua)
Si aggiunge dell'altra acqua (il composto deve essere piuttosto liquido) e si mette nella pentola con le costicine.
Si fa cuocere per un'altra ora stando attenti che il sugo non si asciughi troppo.
Si serve la carne accompagnata dal sughetto creato dalla polenta.

domenica 11 dicembre 2011

A Santa Lucia? Si mangia la TRIPPA!!!

SantA Lucia è la patrona del paese della mia nonna (la nonna-bis): Codenzano di Chies d'Alpago, Un paesino arrocato su una collina che conta circa 100 abitanti.
Da sempre il giorno di Santa Lucia nella scuola vecchia del paese si tiene la pesca di beneficienza, nell'osteria si prepara trippa per tutti e da pochi anni  a questa parte nella piazzetta è comparsa anche qualche bancherella di artigianato locale: soprattutto prodotti fatti con la lana lavorata della pecora alpagota, e dolci e conserve fatte con i prodotti del luogo (ottimo il radicchio tarassaco sott'olio!)


Noi per tradizione andiamo dalla nonna bis a mangiare le trippe.
E questa volta mi sono proprio voluta far lasciare la sua ricetta:

Trippa fresca (già pulita e lavata dal macellaio)
Brodo di carne
Alloro
1\2 limone
Sedano
cipolla
Carote
olio
rosmarino,chiodi di garofano, e alloro per il mazzetto aromatico
passata di pomodoro (2 cucchiai)
sale

In un pentolone si mette la trippa, 2 foglie di alloro e 1\2 limone e la si copre con abbondante acqua. Si fa bollire per 2 minuti e poi si scola.
Si taglia la trippa a listarelle.
In una pentola si fa soffriggere sedano, carota e cipolla con 3-4 cucchiai di olio, e si aggiunge la trippa.
Una volta ben insaporita si aggiunge 1 mestolo di brodo caldo e la passata di pomodoro.
Si aggiunge il restante brodo con il mazzetto aromatico e si fa cuocere lentamente e a lungo (anche 4-5 ore).
A metà cottura si regola di sale e pepe.
Si serve accompagnata da pane secco e da abbondante grana.


E le Tituzze? Ovviamente non le hanno volute......quindi un bel piatto di pasta in bianco!!! Anche se all'ultimo la Tituzzina non ha disdegnato il pane "tociato" nel brodo della trippa!!!!